I SEGNI DELLA VIOLENZA NELLA FAMIGLIA E SULLE NUOVE GENERAZIONI
1° Tavola rotonda del 5 novembre 2017
La violenza a cui i minori assistono tra le mura domestiche è da tempo classificata tra gli abusi all’infanzia ripetuti in maniera continuativa. I protagonisti sono generalmente la madre vittima di violenza e il compagno violento che, completamente assorbiti da questa malsana dinamica, non prestano attenzione alla presenza dei figli che, spesso, vengono a loro volta colpiti con l’intento di ferire maggiormente il genitore vittimizzato.
I segni del dolore e della sofferenza sui bambini sono profondi e duraturi, impressi dall’aver assistito direttamente o indirettamente alla violenza sulle proprie madri. I bambini che assistono in famiglia a tanta violenza – fisica, psicologica, verbale e/o sessuale – sviluppano stati di angoscia, sensi di colpa considerandosi causa di tanti inspiegabili litigi. E in casa, il bambino si chiude nel suo silenzio, cercando di proteggere la madre, da cui non può essere protetto, e sfoga la sua frustrazione all’esterno, a scuola, agendo i comportamenti violenti che vede in casa sul suo gruppo di pari, i suoi compagni, sui quali può riuscire ad imporsi, a differenza di quanto può fare in famiglia.
Negli anni della crescita, l’infanzia sopraffatta da questa tragica situazione, interiorizza un modello educativo permeato da stereotipi di genere, coltivando progressivamente la svalutazione della figura materna e il disprezzo verso le figure femminili o verso le persone percepite come più deboli.
Come preservare i bambini da tutto questo? Come sostenere le madri per fermare questa spirale di violenza e di sofferenza che si autoalimenta?
In questa tavola rotonda ne abbiamo parlato con: la Dott.ssa Mariassunta Consorti, Centro APE dell’Ospedale San Giovanni Calamita Fatebenefratelli; la Dott.ssa Cristina Ciuffa, Centro APE della Fondazione Fatebenefratelli; la Dott.ssa Flavia Cirillo, Ospedale Bambino Gesù; la Dott.ssa Valeria Masciullo, Ospedale Agostino Gemelli.