Convegni

Tavola rotonda del 4 novembre 2017: LA VIOLENZA SULLE DONNE: DATI E POLITICHE IN ESSERE. UN FUTURO DI LIBERTÀ POSSIBILE?

La violenza sulle donne e il femminicidio, anche se presi in considerazione dalla politica e dai media solo di recente, non sono fenomeni nuovi. Già nel 1979, l’assemblea Generale dell’ONU approvò la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna (CEDAW). La supervisione sull’attuazione della convenzione fu affidata al Comitato per l’eliminazione della discriminazione contro le donne, composto da 23 esperti in materia di questioni di donne provenienti da diversi Stati membri delle Nazioni Unite.

Nel 2011, poi, il Consiglio d’Europa approvò la Convenzione sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, meglio nota come Convenzione di Istanbul, con l’intento di prevenire la violenza, favorire la protezione delle vittime ed impedire l’impunità dei colpevoli perché, come affermato nel Preambolo alla Convenzione, la violenza maschile sulle donne ha un carattere strutturale e non emergenziale.

L’Italia ha ratificato entrambe le convenzioni, ma è rimasta indietro sul piano dell’implementazione. Qual è ad oggi la situazione del nostro Paese, rispetto al fenomeno della violenza sulle donne? Quali sono le misure più urgenti da adottare in Parlamento? Quali, le battaglie più difficili vinte dalle donne in Italia, negli ultimi anni?

In questa giornata abbiamo affrontato il tema con alcune tra le maggiori esperte del tema a livello nazionale ed internazionale: Alida Castelli- Rappresentante della Piattaforma CEDAW, Maria Giuseppina Muratore- Rappresentante dell’ISTAT, Maura Misiti, esperta del tema e studiosa del CNR, Antonella Petricone- Vice Presidente di BE FREE e Rappresentante della Rete Non una di meno, Debora Corbi- Capitano dell’Aeronautica Militare e prima donna ad essere entrata nelle Forze Armate Italiane.

1° Tavola rotonda del 5 novembre 2017: I SEGNI DELLA VIOLENZA NELLA FAMIGLIA E SULLE NUOVE GENERAZIONI

La violenza a cui i minori assistono tra le mura domestiche è da tempo classificata tra gli abusi all’infanzia ripetuti in maniera continuativa. I protagonisti sono generalmente la madre vittima di violenza e il compagno violento che, completamente assorbiti da questa malsana dinamica, non prestano attenzione alla presenza dei figli che, spesso, vengono a loro volta colpiti con l’intento di ferire maggiormente il genitore vittimizzato.

I segni del dolore e della sofferenza sui bambini sono profondi e duraturi, impressi dall’aver assistito direttamente o indirettamente alla violenza sulle proprie madri. I bambini che assistono in famiglia a tanta violenza – fisica, psicologica, verbale e/o sessuale – sviluppano stati di angoscia, sensi di colpa considerandosi causa di tanti inspiegabili litigi. E in casa, il bambino si chiude nel suo silenzio, cercando di proteggere la madre, da cui non può essere protetto, e sfoga la sua frustrazione all’esterno, a scuola, agendo i comportamenti violenti che vede in casa sul suo gruppo di pari, i suoi compagni, sui quali può riuscire ad imporsi, a differenza di quanto può fare in famiglia.

Negli anni della crescita, l’infanzia sopraffatta da questa tragica situazione, interiorizza un modello educativo permeato da stereotipi di genere, coltivando progressivamente la svalutazione della figura materna e il disprezzo verso le figure femminili o verso le persone percepite come più deboli.

Come preservare i bambini da tutto questo? Come sostenere le madri per fermare questa spirale di violenza e di sofferenza che si autoalimenta?

In questa tavola rotonda ne abbiamo parlato con: la Dott.ssa Mariassunta Consorti, Centro APE dell’Ospedale San Giovanni Calamita Fatebenefratelli; la Dott.ssa Cristina Ciuffa, Centro APE della Fondazione Fatebenefratelli; la Dott.ssa Flavia Cirillo, Ospedale Bambino Gesù; la Dott.ssa Valeria Masciullo, Ospedale Agostino Gemelli.

2° Tavola rotonda del 5 novembre 2017: COSA ACCADE DOPO UNA DENUNCIA IN CASO DI VIOLENZA? ASPETTI LEGALI E RUOLI A CONFRONTO

La violenza domestica è rilevante in tutti i procedimenti, da quello per nullità matrimoniale presso il tribunale ecclesiastico, alle separazioni conflittuali nei tribunali civili. Quando è possibile prevenire la violenza? Una volta sporta denuncia cosa può accadere? E come funziona il processo penale? Come procede la magistratura? E le forze dell’ordine? Sono queste alcune delle domande a cui cercheremo di dare risposta, con un focus sulla legge approvata dalla Regione Lazio contro la violenza sulle donne.

Ne abbiamo parlato con: Cons. Marta Bonafoni, Regione Lazio; Vice Questore Aggiunto Stefania D’Andrea, Polizia di Stato; Avv. Michela Nacca, Sacra Rota – Pres. Maison Antigone; Avv. Simona D’Aquilio, Civilista – Vice Pres. Maison Antigone; Avv. Roberta Feliziani, Penalista; Avv. Sabrina Fiaschetti, Be Free.

Tavola rotonda del 6 novembre 2017: VERITA’ O VOYERISMO? COME I MEDIA AFFRONTANO IL TEMA DELLA VIOLENZA SULLE DONNE

I media e la comunicazione in generale hanno una grande responsabilità nel diffondere la cultura. La violenza sulle donne viene spesso presentata in stile noir, alternando la cronaca ossessiva a dettagli macabri e “splatter”, a insinuazioni sulla vittima che tendono spesso a sminuire la portata del problema, come se in certi casi fosse lecito divenire violenti. A questi approcci spregiudicati, si aggiungono pubblicità sessiste, vallette dalle scollature generose e molto altro che alimenta stereotipi in cui la donna è assimilabile a un oggetto. Ma è davvero questo che il pubblico cerca? Possono i media contribuire a costruire una cultura di eguaglianza e rispetto fra uomini e donne? Come migliorare la comunicazione? Sono queste alcune delle domande a cui abbiamo cercato di dare risposta affrontando il tema “Verità o voyeurismo: come i media affrontano il tema della violenza sulle donne” in cui sono intervenuti gli esponenti dei più diffusi canali di informazione come Alvaro Moretti direttore di Leggo, Patrizia Palladini editore Radio Rock, Betta Cianchini responsabile settore arte-teatro-cultura Radio Rock, Mimosa Martini giornalista TG5, Marco Buemi blogger de L’Espresso, Elisa Giomi Professoressa di Sociologia della comunicazione e dei media presso l’Università di Roma Tre e Arianna Ciampoli conduttrice RAI.

Tavola rotonda del 7 novembre 2017: MANI ALZATE: QUALI DOMANDE, QUALI RISPOSTE DAGLI UOMINI E DALLE DONNE

La violenza sulle donne è un problema che riguarda le donne, ma parte dagli uomini e si può affrontare solo unendo le forze. Ha radici culturali, tanto da attraversare indistintamente tutte le classi sociali, per questo diventa importante mettere in rete le competenze e le conoscenze di tutti i soggetti coinvolti. Bisogna lavorare sugli uomini, per condurli a riconoscere e rispettare la donna come soggetto di diritti paritetici; bisogna lavorare sulle donne, per rinforzarle nel proprio percorso di emancipazione, che è un diritto e non una concessione. In che modo? Fino a che punto è possibile il dialogo fra vittime e carnefici?

In questa giornata ne abbiamo parlato con esperti ed esperte del tema della violenza a vari livelli: Andrea Bernetti Rappresentante del CAM- Centro Uomini Maltrattanti, Stefano Ciccone- Rappresentante dell’Associazione Maschile Plurale, Maddalena Cialdella- Membro dell’Associazione AERES, Simona Lanzoni- Rappresentante di Pangea Onlus e Membro di GREVIO. Ha attivato la tavola rotonda Luisa Betti Dakli -giornalista esperta di diritti umani.

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